venerdì 25 giugno 2010

Pomodori ciliegini ripieni

I pomodori ciliegini sono pensati per mangiarli in un solo boccone ma, se preferite, si possono riempire pomodori più grandi. Con le quantità indicate nella ricetta, ogni ripieno è sufficiente per 24 pomodori ciliegini oppure 10 pomodori medi.












24 Pomodori ciliegini

Per il ripieno:
50 g di acciughe sott'olio
8 Olive verdi ripiene di peperoni tritate finemente.
2 Uova sode grandi tritate finemente.
Pepe


Tagliate una fettina molto fine della parte di sotto di ogni pomodorino se desiderate avere una base piatta. Tagliate una fetta un po' più spessa dall'altro lato. Con un coltellino con i dentini o un cucchiaino, svuotare i semi e la maggior parte della polpa dei pomodorini. Metteteli a testa in giù su una carta da cucina e lasciateli scolare per 5 min.

Per fare il ripieno con le acciughe e le olive, scolate le acciughe e conservate l'olio; tritatele finemente e mettetele in una ciotola. Aggiungete le olive e le uova sode. Aggiungete un filino di olio delle acciughe per ammorbidire il tutto, condite con il pepe (non aggiungete sale, le acciughe sono già salate) e mescolate tutto per bene.

Mettete il ripieno in una sac a poche dotata di un ugello liscio di 2 cm (nel caso in cui non la abbiate potete utilizzare un sacchetto di plastica per surgelati bucato in un angolo) ed utilizzatela per introdurre il ripieno nei pomodorini vuoti. Conservate i pomodorini nel frigorifero.

giovedì 24 giugno 2010

Gazpacho

E' arrivata l'estate, e con lei il calore tipico. Cosa c'è di meglio per trascorrere l'estate di un gazpacho fatto in casa? 











Per il gazpacho:
1 kg di pomodori molto maturi e con molta polpa
400 g di cetrioli
400 g di peperoni verdi tipo cornetto/friggitelli
200 g di cipolla
2 Spicchi d'aglio
200 g di pane
½ dl d'olio d'oliva
Aceto di vino dolce
Acqua fredda

Per il contorno:
1 Pomodoro da insalata
1 Cetriolo
1 Peperone verde
½ Cipolla
Crostini di pane
1 Uovo sodo

E' importante avvisarvi che il vostro gazpacho non sarà mai uguale, il sapore varierà a seconda della maturità degli ingredienti e della quantità d'acqua che contengono.

E importante una buona macerazione degli ingredienti. Per un giorno mantenete al freddo gli ingredienti con l'olio e l'aceto. Così avrà un sapore molto più buono che se li tritate subito dopo averli tagliati.

Prima pulite e tagliate a cubetti tutti gli ingredienti, il pomodoro, i cetrioli, i peperoni, gli agli leggermente schiacciati con il sale e la cipolla

Se il pane scelto è duro potete bagnarlo con un po' di olio, aceto e acqua per poterlo tagliare meglio. Quando lo avete tagliato lo aggiungete alle verdure. Mescolate il tutto bene e lasciatelo in frigo un giorno.

Il giorno dopo aggiungete un po' d'acqua e tritatelo, e se necessario rettificate di sale, aceto, olio e acqua. Una volta tritato passatelo per il collino per eliminare i grumi.

Per preparare la guarnizione tagliate le verdure e la uova sode a cubetti piccoli e metteteli in ciotoline diverse. Oglouno prenderà quello che preferisce per aggiungere al suo gazpacho.

mercoledì 23 giugno 2010

Coca de Sant Joan

La coca de Sant Joan è il dolce tipico da mangiare la notte del 23 giugno in Catalogna per celebrare la Notte di Sant Joan, Notte di Fuoco o delle Streghe. E una celebrazione anteriore al cristianesimo che rivive le feste del solstizio di estate.













Per la coca:
300 g di farina
50 g di burro
60 g di zucchero
35 g di lievito di pasticceria
100 g di mandorle tritate
75 ml. di latte
2 Uova
Buccia grattugiata di un limone
Sale

Per la crema pasticcera:
5 Gialli di uova
125 g Di zucchero
50 g Di Maizena
625 ml. Di latte
1 Bastoncino di cannella
Buccia grattugiata di un limone

Per la decorazione:
1 Uovo
Frutta candita
Pinoli


Prima si prepara la massa della coca. Sciogliete il lievito nel latte tiepido. In un ciotola battiate le uova con lo zucchero. Aggiungete lo zucchero, la buccia del limone grattugiata e il burro a temperatura ambiente. Battete molto bene. Aggiungete il latte con il lievito, le mandorle tritate fine e mescolate mentre aggiungete piano piano la farina setacciata e impastate con le mani. Aggiungete farina fino che la massa non vi si attacchi più alle dita. Fate una palla e copritela con un panno o con il film trasparente facendo attenzione a non stringerla e lasciandole spazio per crescere. Lasciatelo in un luogo caldo per 4 ore (deve raddoppiare le dimensioni).

Per preparare la crema pasticcera portate il latte con la buccia del limone e la cannella ad ebollizione, e lasciatelo bollire per un po' di tempo per aromatizzare il latte. Nel frattempo battete in un ciotola i gialli delle uova con lo zucchero. Quando e sbattuto bene aggiungete pian piano la maizena. Passiamo il latte bollito per il colino e lo aggiungetelo mentre rimuovete. Mescolate tutti gli ingredienti, passiate ancora per il colino per evitare i grumi e mettetela sul fuoco per qualche minuto e senza smettere di rimuovere lasciate che la crema di addensi. Stendete la crema in un vassoio e coprirtelo con film trasparente premendolo contro la superficie della massa per evitare che quando si raffreddi si formi una crosta. Lasciate raffreddare.

Quando la massa della coca è cresciuta, impastatela ancora con soavità . Mettete olio nella teglia del forno e stendete la massa in forma ovale evitando che rimanga più fine da una parte che da l'altra. Lasciatela riposare sulla teglia per 45 minuti coperta con un panno umido.

Preriscaldate il forno a 160/170°.

Decorate la coca con la crema pasticcera, la frutta candita e i pinoli, dipingere con il uovo sbattuto e infornatela per 30/45 minuti.


Tortilla Española (o tortilla de patatas)








Non si può aprire un blog di tapas senza che la prima ricetta sia la mitica tortilla de patatas.


Come ben saprete è il piatto più tipico della Spagna, fatto con patate e uove. Il suo nome si deve alla sua forma di torta, o tortilla.


Ci sono tante ricette, io vi racconto quella della mia famiglia, come si dice da noi, ogni maestro ha il suo trucco.












5 Patate grandi
5/6 Uova (a seconda della loro dimensione)
1 Cipolla grande
Olio di oliva
Sale




Prima di tutto non avere nessuna fretta, dovete pensare che tra una cosa e l'altra ci vuole un'ora circa.


Sbucciate le patate tipo Monalisa (quelle con la pelle bianca e fine). Lavate e asciugate.


Tagliatele in piccoli pezzi con un coltello e le dita, fate un taglio piccolo col coltello e finite di staccarle tirando con le dita (se lo fate così il sapore è molto diverso).


Mettete una padella grande sul fuoco e scaldate abbastanza olio di oliva e quando è caldo mettete le patate, non dimenticate soprattutto di mescolare di tanto in tanto per evitare che si attacchino.


Nel frattempo tagliate una cipolla grossa il più sottile possibile e quando le patate sono a metà cottura aggiungetele alla padella. Salate a vostro piacere.


Sbattete le uova ed aggiungete un pizzico di sale. Una volta cotte le patate e le cipolle mescolate con le uova sbattute.


Mettete altro olio a scaldare in una padella diversa da quella utilizzata per le patate e quando è caldo versate il composto di patate, cipolle e uova.


Assicuratevi che il fuoco non sia molto alto in modo da non cuocere troppo velocemente al di fuori, così riuscirete a farla morbida e cotta all'interno.


Quando muovendo la padella in senso circolare la tortilla gira senza difficoltà si può rovesciare, usando un piatto o un coperchio piatto (è importante che sia più grande della padella). Dovete rovesciarla velocemente.


Una volta rovesciata rimettetela nella padella e ripetete il movimento circolare. Quando gira senza attaccarsi la tortilla è pronta.


Se rimane molto unta potete utilizzare un po' di carta di cucina per assorbere l'olio che avanza.

Las Tapas

Le Tapas hanno la loro origine nel Sud assolato della Spagna, dove si mangia volentieri all'aperto e si beve abitualmente un bicchiere di Jerez, il cui profumo intenso attira gli insetti. Ecco perché si è presa l'abitudine di coprire (tapar) il bicchiere con un piattino a mo' di tappo (tapa) in cui si ponevano bocconcini sfiziosissimi.
Si dice che tale usanza sia stata introdotta da un cameriere di Re Alfonso X Il Saggio che “tappò” il bicchiere di vino del Re con una fetta di Jamon per evitare che la sabbia del mare di Cadice, sollevata da una folata di vento, lo intorbidisse

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